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Violenza istituzionale

Di seguito il nostro intervento durante la favolosa passeggiata rumorosa organizzata da Non Una di Meno - Prato in data 25 Novembre 2023.

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Di seguito il nostro intervento durante la favolosa passeggiata rumorosa organizzata da Non Una di Meno – Prato in data 25 Novembre 2023.

Lo scorso fine settimana, a Prato, abbiamo organizzato le prime due giornate di #gioialiberatuttə!

Adesso ci serve un po’ di tempo per elaborare in una guidezine digitale [libera, indipendente e gratuita] le informazioni e storie raccolte, così che quanto abbiamo condiviso possa continuare a circolare, essere letto, approfondito e discusso: oltre la 194.

Vogliamo continuare a parlare di aborto, tutti i giorni, finché in Italia non avremo un vero diritto all’aborto, civile e laico.

Sosteniamo quindi la proposta di legge promossa da Libera di Abortire insieme a Radicali Italiani e invitiamo tuttə ad informarsi e firmare. Online sul sito radicali.it, presso gli URP dei Comuni oppure sui tavoli organizzati nelle piazze.

Questo weekend, a Prato è possibile firmare anche in Piazza del Comune grazie ai Giovani Democratici ed il collettivo Intersezioni: ascoltiamo con cura le generazioni più giovani quando ci parlano del futuro che desiderano!

Anche noi oggi, 25 Novembre, siamo in piazza con Non Una di Meno e vogliamo dire ancora oltre la 194”: l’attuale legge del 1978 non garantisce il diritto all’aborto in modo libero, sicuro e gratuito a tutte le persone ma pone ostacoli morali e amministrativi che favoriscono la cultura patriarcale anti-scelta e pratiche sistematiche e capillari di violenza istituzionale.

Violenza istituzionale

Sono passati 45 anni, è il momento di superare la 194 in modo radicale. Chiunque in politica continui a dire “la 194 non si tocca” o resti indifferente, sta dalla parte della violenza, contro l’autodeterminazione e la libera scelta, tanto quanto la destra più estrema e oppressiva.

La destra vorrebbe impressionarci e scoraggiarci obbligandoci, ad esempio, ad ascoltare i “battiti cardiaci” che, secondo la comunità scientifica, a sei settimane di gravidanza sono solo il rumore dell’attività elettrica di un gruppo di cellule e non il segno di un “cuore che batte”.

Ma violenza istituzionale è anche una brochure che raffigura il feto a poche settimane come fosse un bambino e non lo descrive invece in modo realistico: qualche cm di tessuto cellulare.

Violenza istituzionale è anche, in assenza di un cimitero per feti, erigere un Monumento ai bambini non nati (ovviamente realizzato da uno scultore uomo), in modo da poter pregare per tutti gli aborti della città (ovviamente senza il consenso delle persone che hanno abortito). 

Violenza istituzionale è erogare fondi pubblici a centri e movimenti pro-vita che fanno disinformazione e pressione anti-scelta.

Violenza istituzionale è non accettare che noi donne possiamo anche desiderare di non diventare madri.

Violenza istituzionale è anche l’ipocrisia, l’assenza, il disinteresse delle istituzioni che, invece di darci spazio e ascolto, ci ignorano e lasciano solə nella lotta per i nostri diritti e desideri.

Noi però non stiamo zittə! Ci vogliamo consapevoli e quindi bene informatə; ci vogliamo liberə di scegliere per il proprio corpo, in sicurezza e serenità; ci vogliamo liberə, vivə e in salute.

Firmiamo quindi la PdL di #LiberaDiAbortire per la salute sessuale e riproduttiva di tutte le persone! E invitiamo tuttə a firmare: liberadiabortire.it

Oltre la 194 oppure violenza istituzionale: scegli! 

💜 GLTeam

 
 
 
 
 
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A CURA DI

Elena Mazzoni Wagner

Aspirante femminista dal 9 giugno 1987, “la bisbetica” per le ostetriche e poi sempre quella “estremista”. Sole in Gemelli, Luna in Scorpione, Ascendente Leone. A tre anni cantavo “Elena non ti sposare…” A trenta, ho capito che non avrei mai cambiato idea! Dal 2009, con CCT studio (www.cct.world), mi occupo di comunicazione per cultura e territorio (dalla narrazione all’organizzazione di eventi). Nel 2023, sempre con CCT, ho sognato “gioia libera tuttə” (www.gioialibera.it) per mappare e raccontare l’Italia Femminista! Freelance web editor e progettista culturale indipendente. Un Master in Studi e Politiche di Genere e altri percorsi di formazione femminista in attivo, per imparare tutto quello che scuola e università non mi hanno insegnato; per disimparare, decostruirmi e liberarmi da ogni millimetro di cultura patriarcale interiorizzata; per conoscere altre memorie, altre genealogie, praticare sorellanza, immaginare modi di esistere e stare insieme che hanno a cuore e cura il corpo-territorio che siamo. Anche il doppio cognome, che uso da quando scrivo, è una scelta politica. Girovaga di base a Prato, in Toscana. Spesso e volentieri a Berlino. La mia rabbia è la mia gioia!

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