- Indirizzo: Dipartimento delle Arti - Università di Bologna, Via Barberia, Bologna, BO, Italia
- Categoria: Centri di Ricerca e Studi
FAF – Fotografia Arte Femminismi
Dal 2020
Bio in breve: L’attività del Centro di ricerca FAF, che ha sede presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, si focalizza sul rapporto tra Fotografia, Arte e Femminismi nella cultura visiva contemporanea. Il progetto Fotografia Arte Femminismi. Storia, teorie e pratiche di resistenza nella cultura visiva contemporanea si propone di istituire un gruppo di ricerca che coinvolge docenti e ricercatori del Dipartimento delle Arti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, del Dipartimento di Discipline Umanistiche Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università degli Studi di Parma, del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre, del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania al fine di sviluppare la collaborazione scientifica per lo svolgimento di specifiche attività di ricerca. I principali obiettivi sono: l’organizzazione di giornate di studio, workshop e coordinamento di pubblicazioni specifiche e di numeri monografici di riviste scientifiche; stabilire rapporti a lungo termine su base internazionale e fungere da incubatore di progetti competitivi; favorire lo scambio tra università e istituzioni museali e quindi la nascita di un Centro Interdipartimentale/Interuniversitario sulle tematiche di studio e ricerca in oggetto. Inoltre, con il PRIN (Progetto di Rilevante Interesse Nazionale) “Fotografia femminista italiana. Politiche identitarie e strategie di genere” si vuole colmare una lacuna interna alla storiografia italiana, in cui, lo spazio dedicato alle fotografe donne risulta ancora molto esiguo. Nonostante già dal 1839 molte donne scelsero la fotografia come proprio campo professionale ed estetico, la riscoperta di figure femminili in questo settore è un fenomeno recente. In Italia, ad esempio, inizia a comparire un numero rilevante di studi specialistici solamente a partire dalla metà degli anni Novanta. Tutt’oggi, però, continua a mancare uno studio a più ampio raggio, che analizzi la situazione italiana nel suo complesso, ossia dalle prime esperienze ottocentesche fino agli anni Ottanta del Novecento, e che, soprattutto, implichi una rilettura in una prospettiva di genere. Il progetto cercherà di ricostruire organicamente il contributo femminista delle donne nella storia della fotografia italiana. Si partirà dallo studio delle politiche culturali, sia pubbliche sia private, dalla circolazione delle loro immagini su riviste e periodici di settore, dalla ricezione critica del loro lavoro grazie ai saggi pubblicati nei cataloghi di mostre e rassegne. Questa ricostruzione si basa sul principio che esiste, ed è esistita, una fotografia femminista impegnata e storicamente definita, a cui si affianca, parallelamente, un settore della fotografia meno studiato e valorizzato. Si tratta della fotografia generata da donne non esplicitamente dichiarate femministe e che non presero parte alle azioni militanti, ma che comunque si fecero, con la loro fotografia, portatrici di istanze ed esigenze definibili come femministe. L’intenzionalità del progetto è quella di mettere in luce una prassi femminista, intesa in senso concettuale e teorico, indagando sulle relazioni tra donne e fotografia specialmente alla luce dei cambiamenti storici, ma anche estetici, che hanno segnato la storia italiana, individuando nel suffragismo, nel ventennio fascista, nel dopoguerra e nella nascita dei movimenti femministi (anni Sessanta/Settanta) momenti nevralgici per comprendere le trasformazioni avvenute nella pratica e nel linguaggio delle fotografe. Lo scopo della ricerca è infatti quello di rileggere la storia della fotografia interpellando le fonti con uno sguardo diverso e a partire da quesiti nuovi che presuppongano un’ottica di genere. Quest’ultima permette di comprendere, per via comparativa, quali siano i modelli e i paradigmi fotografici dominanti e capire se e in quale modo le donne li facciano propri o li rigettino. Affinché la ricerca possa avere un impatto sociale e culturale non unicamente rivolto agli studiosi, diventando quindi patrimonio e conoscenza della collettività, alla classica fase di ricerca in archivio, susseguirà una fase coordinata dalla componente delle Information Technologies afferenti al VARLab dell’Università di Bologna. Questa prevederà l’implementazione di una repository per i materiali frutto della ricerca, valorizzati poi in un research web interface (Italian Feminist Photographers Archive), e la sperimentazione di tecnologie webXR in grado di ricreare, e rendere fruibili, spazi interattivi in cui gli eventi, le mostre e le vicende legate alla fotografia femminista in Italia, possano essere ricostruiti e vissuti virtualmente accompagnando l’utente a comprenderne il contesto storico, sociale e culturale, accrescendo la coscienza e la conoscenza collettive delle gender issues con una prospettiva di impatto economico e politico sulla società contemporanea.
Femminista perché: Dagli ultimi decenni del Novecento, grazie anche all’espansione di strumenti di analisi favoriti dai cultural studies e dai gender studies, si sono andate progressivamente sviluppando aree di studi e ricerche che hanno posto al centro nuove identità e nuove istanze culturali e politiche. Tra queste, il ruolo della donna e il suo contributo all’arte e alla cultura visiva è stata una delle più feconde e importanti. All’interno di questa nuova area d’interesse, il ruolo e il significato delle pratiche fotografiche delle donne ha, a sua volta, costituito un filone di sviluppo negli studi scientifici, così come nelle iniziative museali e curatoriali. Oggetto di studio del gruppo di ricerca saranno le poetiche, le opere, le mostre che costituiscono il tessuto del rapporto tra donne, arte e fotografia e, dunque, del loro esplicito o potenziale contributo nella richiesta di emancipazione dello sguardo femminista.
Grida di gioia: Fotografia, Arte e Femminismi!
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