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DeGenerAzione

Dal 2020

Bio in breve: Come mai sono ancora all’ordine del giorno notizie che parlano di agguati e pestaggi alle coppie gay? Come mai ci sono ancora pubblicità che propongono ancora SOLAMENTE la famiglia mulino bianco? perchè la percentuale di violenze di genere tra le mura domestiche in Italia è del 94%? Come mai l’educazione sessuale nelle scuole ha smesso di essere una priorità? Perché le donne si trovano ancora a dover subire discriminazioni? come mai viviamo in un mondo in cui la sofferenza delle categorie più marginalizzate continua ad essere ignorata? Crediamo che genere, razza e classe siano condizioni sociali interconnesse e che vadano analizzate insieme per avere una chiave di lettura completa del reale. Ma come mai non si riesce a parlare di questioni di genere senza iniziare una disputa infinita? Perché spesso si scade nella dinamica accusatrice/accusatore? Perché è così difficile decostruire certe dinamiche interiori e il proprio ruolo? come si fa a mettere in discussione l’assetto di un’intera società e quindi i rapporti di potere e gli equilibri sottostanti? La prima risposta che ha dato inizio al nostro percorso è quella di partire dai rapporti umani, sempre più difficili nell’era del narcisismo dilagante e del nichilismo più sfrontato. Rapporti umani a cui manca l’elemento fondamentale: la comunicazione, intesa come capacità di mettere in comune esperienze e saperi, per creare un terreno di lavoro condiviso nel quale le differenze sono una risorsa e non un ostacolo. Da qui nasce il nostro nome: DeGenerAzione. Non solo un nome ma un’attitudine, quella di stare tra la gente e portare la pratica transfemminista nelle strade, nelle piazze, porta a porta. Un femminismo che per noi ha come condizione necessaria l’uscita dal separatismo. Pur riconoscendone l’importanza storica e la necessità in alcune lotte attuali come pratica di autodeterminazione in un contesto in cui le donne sono escluse dalla vita sociale e politica, riteniamo che oggi, nel qui ed ora, la chiave sia quella di attraversare questo cambiamento con compagn*, compagne e compagni di ogni genere. Adottiamo il concetto di queer come “modo” in cui va in scena il genere e ci proponiamo di attraversare un percorso di cambiamento che pone al centro il genere come una delle chiavi di lettura del reale, senza cui si può solo avere una visione parziale e deficitaria. Combattere il patriarcato significa distruggere il binarismo di genere, smantellare i confini fisici e mentali e avere una società priva di classi sociali che mirino solo a dividere e a discriminare sono per noi le basi necessarie per costruire un mondo migliore, immaginandolo insieme. appiamo quanto il potere patriarcale e capitalista sia insidioso: costruisce gabbie invisibili per contenerci, per limitare la nostra libertà di espressione e autodeterminazione se non decidiamo di sottometterci alle logiche di mercato. Condizionano il nostro modo di comunicare rendendolo violento e prevaricante, incapace di sentire i veri bisogni dell’altro come i nostri. Siamo succub* di una cultura che ci vuole schiave dell’apparenza e che per emergere chiede di oscurare tutto cio’ che va contro il potere costituito. Per questo abbiamo deciso di partire dal contesto che per primo deve mutare per poter cambiare il mondo: noi stesse e noi stess*. Il cammino da intraprendere è lungo e richiede il grande sforzo di mettere in discussione tutto ciò che compone la nostra comfort-zone, di decostruire tutti quei condizionamenti che impediscono la visione di un’alternativa. Alternativa necessaria per una scelta che sia veramente libera. Crediamo che andare oltre il binarismo di genere sia la condizione necessaria da cui partire così da rendere lo scambio paritario quindi tra persone e non tra uomini e donne. Partire da se non significa fermarsi alle parole, ma essere in grado di passare dalle parole all’azione ed occuparsi del reale attraversando le lotte che vivono sul territorio.

Femminista perché: Siamo una collettiva transfemminista queer a Milano e tutti i giorni combattiamo la tossicità del patriarcato. Il patriarcato non è un concetto astratto: è quell’uomo che ogni 3 giorni uccide una ex, la partner, la sorella, la figlia. Il patriarcato sono 5 fascisti omofobi che aggrediscono un ragazzo, un frøcio. Il patriarcato è la testata giornalistica che racconta di giganti buoni che uccidono le compagne. Il patriarcato è un interrogatorio che ti chiede se ti è piaciuto essere stuprata. Il patriarcato è il medico obiettore che limita il diritto all’aborto. Il patriarcato è l’istituzione comunale che chiede un affitto salato alla Casa delle Donne di Milano. Il patriarcato è chi fa #pinkwashing ma poi violenta. Lottomarzo è una giornata di lotta, ma combattere il patriarcato si fa tutti i giorni.

Grida di gioia: DeGenerAzione!

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Segnalazione a cura di GLTeam

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