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Sono l’unica mia

Dal 2022

Bio in breve: Sono l’unica mia., il cui acronimo è SLUM, nasce come un diario personale nell’Ottobre 2015 dell’attivista Sveva Basirah e si sviluppa ben presto in un progetto condiviso circa il femminismo islamico, il femminismo intersezionale e il transfemminismo, dapprima lavorando con solo la pagina facebook (Sono l’unica mia.) e un blog, poi aprendosi a molte possibilità, evoluzioni e varie forme di autocoscienza e metodi di gestione. La nostra realtà è al momento l’unica in Italia a presentarsi come progetto aderente al movimento del femminismo islamico ed a incarnarlo nelle nostre identità, a volte anonime e a volte note. Sosteniamo i movimenti di autodeterminazione e emancipazione dei corpi e dei popoli comprese ogni forma di teologia queer, femminista e di liberazione. Essendo il nostro un insieme di spazi femministi prevalentemente virtuali, talvolta fisici, inclusivo e intersezionale lo proclamiamo swerf/terf free, antifa, anticapitalista, anticolonialista, antiabilista, antirazzista, queer in cui usiamo la -ə e in cui è possibile esprimersi con l’anonimato o fare attivismo dietro le quinte. Anche l’antispecismo è oggetto della nostra attenzione e impegno. “Sono l’unica mia.” è una traduzione libera del termine turco “birtanem” che significa letteralmente, romanticamente, “miə unicə e solə”; la traduzione vuole essere sovversiva e si ispira alle rivendicazioni femministe circa l’identità, la libertà e il corpo. Ci è stato chiesto se l’acronimo SLUM fosse ispirato a SCUM: no, senza discutere il manifesto SCUM di Valerie Solanas, possiamo solo vantare la traduzione dall’inglese con “bassofondo”, perché è dal basso che noi partiamo e decidiamo di esserci. La comunità, la rete, i social: La comunità che si è formata nel cuore del 2022 è autogestita e formata da un pugno di persone musulmane, questioning, sufi, e sincretiche da tutto lo stivale che abitano marginalizzazioni e intersezioni fatte di disabilità, neurodivergenza, queerness, varie provenienze e età, identità sociali e culturali e tendenze politiche (leftists e anarchiche), accademismo e anti-accademismo, spesso non prese in considerazione dall’immaginario comune, dalla saggistica universitaria o dalla politica italiana e internazionale. La nostra comunità è un luogo radicale e orizzontale di riposo e resistenza, decostruzione e ricreazione, ed è legata da amore, cura, discussione e crescita umana, spirituale e politica, segnata da storie dure e guidata da sogni fulgidi. Cerchiamo di mettere in atto pratiche di auto-mutuo-aiuto, allestiamo gruppi di studio e di viaggio, scambiamo le nostre competenze e tentiamo di creare una nuova teoria femminista e decoloniale da tenere nell’armadio finché desideriamo e potremo proporla all’esterno. Oltre a questa, SLUM gode di una rete online privata safer e vari progetti collegati (gruppi tematici, un format di evento itinerante, passeggiate femministe e così via) in cui si muovono molte soggettività in mille intersezioni, con storie e vite diverse e da ogni parte del territorio. Non accettiamo sovradeterminazioni, gerarchie e autoritarismi e ci responsabilizziamo reciprocamente a riguardo. Tale gruppo facebook costituisce uno spazio dedicato al mutuo aiuto e un rifugio per le persone survivor; valorizzare le identità, le conoscenze e le storie di tuttə per noi è fondamentale, tanto importante quanto prendersi cura l’unə dell’altrə e dei progetti di attivismo che condividiamo con altrə compagnə di tante altre realtà. Il nostro sito e i nostri spazi social sono poco usati, tuttavia già ricolmi di traduzioni, articoli che riprendono le sfaccettate esperienze e idee di SLUM e della comunità. Ogni partecipante alla vita del progetto può proporre un contenuto per arricchire la nostra vetrina e, chissà, un giorno poter estenderci al cartaceo. SlumPhilia – sull’autodeterminazione di popoli e corpi è il nostro evento itinerante che spesso si fonde ad altri eventi di altre realtà compagne in tutta Italia; anche questo evento, durante cui abbiamo ospitato mostre artistiche in luoghi friendly e parlato di temi come la bodypositivity, il sexwork, il femminismo islamico e le questioni del Kurdistan, della Siria, del Sahara Occidentale, può servire al supporto di persone in difficoltà anche mediante raccolte fondi. Eventi e passeggiate femministe spesso coincidono. Le passeggiate si chiamano SlumWalk e sono passeggiate che, pur non essendo manifestazioni, richiedono prorompenza. Graditi sono simboli di appartenenza o supporto a varie lotte e identità, da quella palestinese a quella antispecista, che siano braccialetti, cappelli, magliette; durante questi incontri, si può essere se stessə e si deve sentirsi liberə di esserlo, l’obiettivo è sentirsi accoltə e protettə dalle persone che ci camminano a fianco (ergo, creare accoglienza e protezione). Con le slumwalk segnaliamo i locali e i luoghi per niente friendly o inagibili per le persone con disabilità e troviamo i nostri spazi in cui riunirci e fare eventi. Abbiamo diversi gruppi, non tutti pienamente attivi ma che anche voi potete riaccendere e abitare (lo spazio antispecista e ecofemminista, il mercato solidale, i gruppi sulla sessualità).

Femminista perché: Siamo un gruppo di femministə e persone queer islamichə. Facciamo attivismo dal basso e abbiamo fondato la Moschea femminista al-kawthar.

Grida di gioia: Sono l’unica mia!

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Segnalazione a cura di GLTeam

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